Andalusia
L'Andalusia grazie al suo clima ( puo'
infatti vantare la ragguardevole cifra di 300 giorni di sole all'anno) e
alla varietà dei suoi paesaggi è tra le ragioni spagnole, quella piu'
apprezzata dai turisti di tutte le nazionalità.
Dal punto di vista geografico il veri protagonisti di questa regione
sono due : il Gualdalquivir ( il fiume che la attraversa) e le montagne
della Sierra Nevada e della cordigliera Betica.
Bagnata dall Oceano Atlantico a sud-ovest e dal Mar Mediterraneo (dallo
stretto di Gibilterra ad Almeria) vanta le spiagge piu' frequentate e
famose dell'intera Spagna.
I paesaggi andalusi sono spesso caratterizzati dalla presenza dei "villagi
bianchi" villaggi con antichi quartieri e le strade incorniciate da case
con i cancelli in ferro battuto.
Città: Siviglia
Terza città della Spagna per popolazione ed
importanza, principale centro culturale politico e amministrativo dell’Andalucia,
la regione più meridionale della nazione, Siviglia si trova sulle rive
del fiume Guadalquivir, che divide la città in due
parti, quella est, la più antica, dove si trovano i quartieri storici di
Santa Cruz e dell’Arenal, e quella ovest, più moderna, che si è
sviluppata in seguito all’Esposizione Iberoamericana del 1929 e all’expo
del 1992. Antica capitale spagnola, la città rimane comunque una delle
più affascinanti di tutta la Spagna, anche grazie al clima
particolarmente benevolo, che la rende accogliente in tutte le stagioni,
soprattutto in primavera e in autunno, quando non si soffre delle
elevate temperature estive. La città, che ha circa 750.000 abitanti, ha
origini antiche, e fu oggetto di conquista da parte dei mussulmani nel
700 d.C.. Parte fondamentale recitò nella scoperta delle americhe, e in
seguito, grazie anche alle ricchezze derivate da questa scoperta,
Siviglia visse il suo momento di massimo splendore nel XVII sec., quando
la città era il più importante centro nazionale e numerosi personaggi e
artisti la popolavano. Negli ultimi dieci anni, a seguito dell’Expo 92,
la città ha registrato una netta ripresa. La moneta è l’Euro, che si
divide in centesimi, e come tutto il resto dell’Andalucia, Siviglia non
è eccessivamente cara per noi italiani. Si parla lo spagnolo.
La Giralda è per Siviglia quello che
la Torre pendente è per Pisa: l'immagine-simbolo che campeggia
inevitabilmente sulle cartoline e sulla copertina di libri
illustrati e guide turistiche. Prima di diventare quello che è
oggi, il campanile della cattedrale, la Giralda fu per 500 anni il
minareto della moschea principale della città. È curioso che sia
ancora in piedi: dopo il 1258, anno della conquista di Siviglia da
parte delle truppe di Ferdinando III, gli spagnoli si diedero da
fare con molta alacrità per distruggere tutti i segni della lunga
dominazione araba. In pochi decenni l'intero impianto urbanistico
della città venne stravolto; c'era come un'ansia di voltare pagina
il più velocemente possibile, cancellando ogni ricordo degli
ultimi cinque secoli. Ma il piccone si fermò proprio davanti alla
più significativa testimonianza architettonica della religione
portata dagli ormai antichi invasori, come se in tanta furia di
rimozione si fosse insinuato il sospetto che mezzo millennio non
passa invano, che ormai qualcosa del carattere arabo doveva essere
penetrato nell'intimo dello spirito della città. E che comunque
non si poteva eliminare del tutto la memoria.
Come molti monumenti che hanno
attraversato epoche diverse venendo sempre presi a simbolo del
presente oltre che a testimonianza del passato, la Giralda è stata
più volte rimaneggiata. La posa della prima pietra risale al 712,
e originariamente la costruzione terminava alla terrazza quadrata:
la torre campanaria fu aggiunta dopo la conquista cristiana e la
grande statua del «Trionfo della fede» che svetta sulla cima è di
epoca rinascimentale. È a questa statua, e al fatto che fu
costruita in modo che si orientasse a seconda del vento che si
deve il nome popolare della torre: giralda in spagnolo
significa «banderuola».
Per noi oggi la Giralda è
soprattutto il punto di partenza di qualsiasi visita di Siviglia.
Dalla sua terrazza a 93 metri di altezza si gode uno splendido
colpo d'occhio che abbraccia tutta la città, con il grande Palazzo
reale e, appena più in là, il Giardino di Murillo e i vicoli
contorti del Barrio de Santa Cruz; e poi, verso il Guadalquivir,
la grande Plaza de Toros e la Torre de oro che controllava il
passaggio delle navi barrando il corso del fiume per mezzo di una
pesante catena ancorata alla torre gemella che sorgeva sull'altra
sponda.
La grande profondità del
Guadalquivir da qui al mare ha segnato la storia di Siviglia,
facendone una importante città portuale anche se dista quasi cento
chilometri dal mare: è qui che nel 1493, dopo il suo primo viaggio
al di là dell'Atlantico attraccò Cristoforo Colombo portando in
dono ai Reali di Spagna il suo carico di oro, piante esotiche e
spaesati «selvaggi».
Colombo, insieme a molti altri
grandi personaggi della storia, fra cui Miguel de Cervantes,
l'autore del Don Chisciotte è sepolto nella cattedrale,
la cui fantastica foresta gotica di guglie e archi si innalza
proprio sotto la Giralda, dove in precedenza sorgeva la moschea. I
Padri capitolari che commissionarono la costruzione avevano le
idee chiare su cosa volevano: «un tempio tanto splendido e grande
che chi lo vedrà finito ci prenderà per pazzi». Con le sue cinque
navate che coprono una superficie di 116 metri di lunghezza per 76
di larghezza, la cattedrale di Siviglia è superata in dimensioni
solo da San Pietro e dalla cattedrale di San Paolo a Londra. Nel
suo interno, oltre ai sepolcri dei personaggi famosi, è custodito
un immenso tesoro artistico con quadri, fra gli altri, di Murillo,
Zubaràn e Morales, preziosi crocifissi, opere di oreficeria,
manoscritti rarissimi, compresi quelli di Colombo, e via elencando:
una collezione eclettica e affascinante in cui ci si può perdere
per ore vagando nella penombra tagliata dai fasci di luce
proveniente dalle grandi vetrate colorate.
Diversa ma non meno irreale è
l'atmosfera che pervade il vicino Barrio de Santa Cruz, il
quartiere più antico di Siviglia. Qui tutto è rimasto come secoli
fa, quando era il ghetto ebraico. I vicoli stretti e contorti
tengono a bada il sole estivo, che, se lasciato libero, da queste
parti diventa davvero implacabile: Siviglia è la più meridionale
delle grandi città europee, e sorge più o meno sulla stessa linea
di Algeri. Fra striscie di penombra e chiazze di luce accecante,
aleggiano i profumi dei rampicanti che traboccano dai giardini
interni sopra i muretti di cinta. I rumori sono attutiti, come se
nel dedalo di viuzze non trovassero lo spazio per espandersi: il
traffico della città moderna è solo un'eco lontana e dietro i vasi
di fiori che ornano le finestre aperte nei muri intonacati di
bianco sembra che tutti si muovano con circospezione, attenti a
non turbare il silenzio a cui si è votato il quartiere. Tutto è
magicamente perfetto. Persino troppo: è difficile sottrarsi alla
sensazione di essere capitati per errore sul set di una
trasposizione cinematografica del Barbiere di Siviglia,
che è ambientato proprio in questo quartiere. Ci si aggira quasi
aspettandosi di veder sbucare da un momento all'altro Figaro che
intona una delle sue arie.
Antonio Muñoz Molina, il più famoso
scrittore andaluso contemporaneo sostiene polemicamente che
l'immagine che abbiamo di Siviglia e di tutta l'Andalusia è
un'invenzione dei letterati romantici. In un'epoca in cui i viaggi
fuori dall'Europa erano difficili e avventurosi, l'estremo sud
della Spagna si trovò suo malgrado a ricoprire il ruolo di angolo
più esotico dell'Europa. E, sostiene sempre Molina, alla fine la
fantasia è diventata tanto potente che è stata interiorizzata
dagli stessi andalusi, che si sforzano di adeguarsi al modello
letterario di se stessi. Certo anche questa è un'immagine
letteraria, ma il sospetto che Molina abbia fondamentalmente
ragione è forte. L'edificio dell'antica Manifattura Tabacchi oggi
ospita l'università. La vita delle studentesse che circolano nei
suoi cortili è tanto estranea a quella della sigaraia gitana
inventata da Merimée quanto il rock che ascoltano nei loro lettori
mp3 è distante dalle musiche di Bizet. Eppure, ce n'è sempre
qualcuna che si sforza di lanciare intorno a sé uno sguardo carico
della sensualità fatale di Carmen, anche mentre sta mandando un
Sms al suo ragazzo.
Per tutta la Settimana santa, dal
pomeriggio della Domenica delle Palme al Sabato santo, le strade
di Siviglia sono invase dagli odori di incenso e cera delle grandi
processioni che si susseguono una dopo l'altra. Sono 57 le
confraternite di nazarenos incappucciati che percorrono
le vie della città al seguito dei loro immensi e pesantissimi
Crocifissi e delle statue della Vergine cariche di oro e gioielli.
Lo spettacolo è decisamente fra i più affascinanti che la Spagna
abbia da offrire. Ma nel medioevo, quando la tradizione ebbe
origine, le confraternite rappresentavano le corporazioni dei
mestieri e governavano ogni aspetto della vita quotidiana dei loro
membri. Oggi sono delle specie di circoli ricreativi a cui si
iscrive chi vuole e che hanno come unico scopo quello di
conservare la tradizione preparando le processioni. Il sospetto
che Molina abbia ragione diventa quasi una certezza.
Così ci viene il dubbio che anche
l'immagine della Siviglia iper-moderna e proiettata verso il
futuro - che fa da contraltare all'antica capitale carica di
memorie storiche - non sia, in fondo, che un mito recente,
retaggio dell'Esposizione Universale del 1992. Ma che importa,
cosa ci può essere di più ospitale di una città che fa di tutto
per essere esattamente come noi ci aspettiamo che sia?
Città: Cordova
Cordova, dichiarata patrimonio mondiale
dell’umanità da parte dell’UNESCO, si trova sulle rive del fiume
Guadalquivir, a sud della Sierra Morena ed è la provincia più
settentrionale dell’Andalusia, di cui è sicuramente, a
livello storico, una delle città più importanti. Come tutta la regione
gode di un clima particolarmente favorevole, che la rendono visitabile
durante tutto l’arco dell’anno. La città ha vissuto il suo momento di
massimo splendore intorno all’anno mille, quando era l’indiscussa
capitale dell’impero islamico nella penisola iberica, divenendo così uno
dei centri più ricchi dell’epoca. La città, con i suoi 300.000 abitanti,
basa la sua economia sul turismo e sull’agricoltura e l’allevamento,
soprattutto nelle zone vicino alla città. La moneta è l’Euro, che si
divide in centesimi, e come tutto il resto dell’Andalusia, Cordova non è
eccessivamente cara per noi italiani. Si parla lo spagnolo.
Città: Cadice
Situata nell’estremità meridionale della
Spagna, non lontana dal confine portoghese e dalle coste del Marocco,
Cadice (Cadiz) si trova su una penisola nell’oceano Atlantico, unita
alla terraferma solo da una lingua di terra.Grazie alla sua posizione,
particolarmente favorevole per l’attività marinara, la città è uno dei
principali centri dell’Andalucia. La città gode di un clima mite durante
l’inverno e molto caldo nella stagione estiva, per questo, come quasi
tutta la regione, il momento migliore per una visita è sicuramente la
primavera. Di origine antichissima, ha subito l’influenza fenicia prima
e poi è passata sotto il dominio arabo. Cadice, che conta oggi circa
1.500.000 di abitanti, ha sempre rivestito un ruolo importante nella
storia della regione, e oggi è un importante centro portuale sia
turistico (da qui partono i traghetti per le Canarie), sia mercantile
che di passaggio (vicino Cadice partono i principali traghetti per Ceuta
e Melilla, in territorio africano). Inoltre Cadice, soprattutto nella
provincia, è un importante centro agricolo e di allevamento (soprattutto
di tori), inoltre è, dopo Siviglia, la seconda patria del flamenco, la
caratteristica musica andalusa. La moneta è l’Euro, che si divide in
centesimi, e come tutto il resto dell’Andalucia, Cadice non è
eccessivamente cara per noi italiani. Si parla lo spagnolo.
Città: Granada
Situata ai piedi della Sierra
Nevada si trova Granada, una delle città più belle e
interessanti da visitare di tutta la Spagna. La città, oltre che dalla
maestosa Alhambra, indiscusso suo simbolo, è costituita dalla città
Araba e da quella nuova. Come tutta la regione gode di un buon clima, ma
a causa della vicinanza della Sierra Nevada, la catena montuosa più
importante della Spagna, i suoi inverni sono più rigidi di quelli delle
altre città andaluse. Storicamente ha subito l’influenza della presenza
islamica prima e di quella cristiana poi, che hanno creato quell’irripetibile
mix che solo queste città sanno offrire. La popolazione è di tipo
multirazziale, (280.000 abitanti), ed è un centro turistico di primaria
importanza, anche nella stagione invernale, grazie alla vicinanza della
Sierra Nevada (dove si trova il picco Muhalcen, il secondo della nazione),
che fa di Granada uno dei centri sciistici principali di tutta la Spagna.
La moneta è l’Euro, che si divide in centesimi, e come tutto il resto
dell’Andalusia, Granada non è eccessivamente cara per noi italiani. Si
parla lo spagnolo.
Città: Torremolinos
Situata circa 10 km a est dal capoluogo
Malaga sorge Torremolinos, che a partire dagli anni’70
ha avuto un enorme sviluppo turistico che l’ha portata a primeggiare nel
panorama turistico europeo. La città gode dello stesso clima della Costa
del Sol, che deve la sua popolarità proprio alle numerose ore di sole da
cui è”baciata” durante tutto l’arco dell’anno, e questo ne fa una meta
appetibile anche durante il periodo invernale. Grazie al suo splendido
mare e all’ottima ricezione alberghiera, la città, pur non avendo i
monumenti di interesse culturale di altre città dell’Andalusia, rimane
la meta più gettonata da giovani provenenti da tutta Europa, che si
riversano sulle sue spiagge e nei suoi infiniti locali alla ricerca del
divertimento più trasgressivo. Torremolinos, come tutta la costa vicina,
è un vero paradiso per gli amanti degli sport acquatici. La moneta è
l’Euro, che si divide in centesimi, e come tutto il resto dell’Andalucia,
la città non è eccessivamente cara per noi italiani, anche se la maggior
parte delle persone che si recano qui prenotano un pacchetto “all
inclusive”. Si consiglia il noleggio di una macchina per visitare le
numerose e belle località della Costa del Sol. Si parla lo spagnolo.
Città: Jerez de la
Frontera
Situata a nord del capoluogo Cadice, da
cui è facilmente raggiungibile grazie all’autostrada che va a Siviglia,
Jerez de la Frontera (170.000 abitanti) è sicuramente uno dei centri più
interessanti di tutta l’Andalusia. La città, di antica fondazione
fenicia, è costituita da una parte più antica (quella interessante dal
punto di vista turistico), in stile arabo, e da una più moderna. Come
tutta l’Andalusia, gode di un ottimo clima, con inverni
miti ed estati particolarmente calde, ed è visitabile durante tutto
l’arco dell’anno. Jerez de la Frontera deve la sua popolarità al
flamenco, di cui è considerata una delle patrie, ai tori, ai cavalli (in
città ha sede una delle scuole equestri più prestigiose del mondo) e
agli ottimi vini a denominazione sherry o xeres, unici nel loro genere,
che sono esportati in tutto il mondo grazie all’opera di case storiche
come la Byass, la Gonzales e la Don Zoilo. In città si trova inoltre
l’autodromo, che per anni ha ospitato il GP di Spagna di F1, e che ora è
sede di una prova del Motomondiale. La moneta è l’Euro, che si divide in
centesimi, e come tutto il resto dell’Andalucia, Jerez de la Frontera
non è eccessivamente cara per noi italiani. Si parla lo spagnolo.
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